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martedì 12 febbraio 2008

Quelle odiose pellicine tirate e... il portoghese che se ne va

Da circa due tre giorni soffro della sindrome pellicina tirata al ditone del piede. E' una gran rottura di scatole, sperando che non sia qualcosa di più grave (leggasi come unghia incarnita), perché ti impedisce di muoverti, come cammini ti fa male, senti il peso del tuo corpo premere su quel punto e pensi "ammazza, sciagurata che mi impedisci di fare certe cose". Ieri ad esempio non sono andato in palestra e credo che nemmeno oggi ci andrò, e me ne starò fermo a casa, seduto a programmare. Poi magari succede che la pellicina tirata guarisce e mi vengono le emorroidi, e vabbé, che ci possiamo fare?!? Es lo que hay... Si dice da queste parti per dire in un certo senso "E' cio' che passa il convento". Ma parliamo ancora di questi miei giorni... Sabato prossimo andrò a Terrassa, che è come dire Pomezia, per un pranzo di affari. Si, avete capito bene: con alcuni ex colleghi stiamo vedendo se possiamo fare qualcosa insieme. Sarebbe carino. Ognuno mette le proprie competenze e dei soldi. Sabato ci vedremo per parlarne di fronte a un piatto di pasta: ognuno proporrà qualcosa e cercheremo di creare un'utile discussione in modo da poter arrivare a qualcosa di fatto. Tra l'altro, sto cercando di coinvolgere anche Roberto dall'Italia con la sua impresa. Certo, ci vuole pazienza perché ognuno ha la sua maniera di vedere le cose, ha le sue passioni (magari gli interessa un settore però non ne vuol sapere niente di un altro), ha certi dubbi su alcune questioni, non ha il tempo di vedersi quel giorno a quell'ora... Sabato cercheremo di dare delle risposte a questi quesiti. O per lo meno cominceremo a lavorarci più attivamente. Vi farò sapere come andrà il pranzo del sabato... Nel frattempo ieri in casa abbiamo ricevuto una notizia: il portoghese se ne va, lascia la casa per andare a vivere da solo con la ragazza americana che verrà qui a Barcellona a fine mese. Ora, sentite un po' e giudicate voi. Appena ci dà la notizia gli chiedo: "Ma allora ti fermi definitivamente qui a Barcellona e non torni in Portogallo?". Premetto che il portoghese è venuto da noi per stare fino a giugno luglio quando finisce il contratto di STAGE (tenere in mente questa parola) con l'impresa che costruisce la rete d'alta velocità Madrid-Barcellona (Adif). Infatti lui è ancora studente in portogallo, ha ottenuto una "beca" (appunto borsa di studio o che ne so stage, insomma una cosa cosi') per fare una pratica in Spagna nel suo campo (sta studiando ingegneria). E' chiaro che se viene la ragazza a vivere qui e dice che vogliono andare a vivere da soli (DA SOLI!! tenere in mente queste altre due parole), è naturale immaginarsi che forse c'e' stato un cambio di programma, che ne so io... Comunque gli chiedo se torna in Portogallo a giugno luglio oppure no. E mi dice che si, che solo cerca un piso (appartamento) da affittare per due per qualche mese. Al che gli dico: "suerte!". Gli faccio presente che non ha in mano un contratto buono (tipo indeterminato) e che per di più entrambi sono stranieri e che dubito che possano trovare cosi' velocemente un piso per due, visto che in genere chi affitta preferisce affittare per anni non per qualche mese. Gli ho allora detto di mettersi subito a cercare un residence, di lasciar stare un piso perché è tempo perso e abbiamo allora visto alcune tariffe di alcuni residence a Barcellona. Ovviamente cari. Comunque la cosa che volevo in qualche modo rendervi partecipi era questo senso di irresponsabilità o di vivere alla giornata che hanno alcuni e che personalmente a volte "flipo", allucino (si dice???) . E' la semplicità di alcuni (troppa!) contro magari la complessità di altri. Io sono sicuramente estremamente complesso, forse perché ho avuto una vita diversa da quella del portoghese e di altri, una vita in cui i miei genitori mi hanno educato al senso della responsabilità, al pensare prima di fare le cose (anche se poi ho i miei momenti e non penso, come ognuno cavolo!!!), al ritenere che le cose sono difficili e devono essere conquistate e non bisogna mai sottovalutare le situazioni. Però a volte invidio la gente che "non ragiona", la gente che vive il momento senza pensare, che dice "vamos, io e la mia ragazza andiamo a vivere da soli", lasciano la casa dove stanno senza averne un'altra e poi si vedrà. Certo se un giorno dovessero avere figli questo sarà meno fattibile, perché avranno una responsabilità non più verso se stessi ma anche verso altri. Però ora vivono il momento, si gasano, non pensano e avranno poi uno schiaffone terribile. Il ragazzo da cui siamo stati a cenare venerdi sera, che pure vive con la sua ragazza, ci ha messo almeno due mesi, diceva, per trovare piso, e pensare che è di qui, ha un contratto indeterminato e non paga manca pochissimo. E ora il portoghese vuole casa in pochi giorni con un contratto di stage in mano, la ragazza che manco lavora, e una nazionalità non catalana né spagnola. Follia!! Nel frattempo ci ha detto di cominciare a cercare un nuovo inquilino. Io già mi immagino come finirà: sulla strada ehehehe Noi avremo messo dentro un altro e lui ancora starà cercando. Ahi ahi ahi, la semplicità che brutte cose fa fare... Saludos!!!

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