Ciao a tutti, è un po' che non scrivo, e approfitto del fatto che oggi non vado in palestra per aggiornarvi un po'. Comiciamo dal fine settimana appena trascorso. Sabato con Marta e Mark siamo andati a Sitges per il carnevale. Questa cittadina, che sarebbe in un certo senso la Ostia dei Barcellonesi, oltre ad essere famosa per essere la capitale dei gay di Spagna è conosciuta anche per il suo carnevale, uno dei più importanti della penisola iberica (il più importante è quello di Santa Cruz de Tenerife). Dopo aver cenato a casa (per la cronaca, tortelli Rana gorgonzola e noci portati da Marta, conditi con dell'ottimo burro fuso), ci siamo mascherati: Marta da strega, Mark da pirata ed io da coglione eheheh Pù o meno... La mia maschera non era una vera e propria maschera
, era più che altro un'accozzaglia di cose rimediate: ho usato una parrucca arancione prestatami da Marta e una maglietta mia con le righe rosse e bianche per fare un po' di scena, niente di che, ma comunque pur sempre un vestito. Non so bene cosa rappresentasse, però come si dice qui es lo que hay (è ciò che passa il convento). Meglio di niente direbbe qualcuno... Siamo cosi' andati alla stazione di Sants per prendere il treno. Calcolate che siamo usciti di casa che mancavano una ventina di minuti per il treno, dentro di me pensavo "Non riusciremo mai a prenderlo!! Tra la metro che dobbiamo aspettare a Les Corts, la coda che ci sarà per fare il biglietto, il tempo di cercare il binario... non arriveremo mai in orario". Abbiamo cosi' cominciato a correre, su un suolo che tra l'altro era bagnato (non piove mai a Barcellona eppure questo fine settimana ne è venuta giù di acqua... con il rischio, correndo, di ammazzarsi, visto che i marciapiedi della Ciutat Condal come viene chiamata Barcellona sono assolutamente impermeabili, l'acqua rimane li' sul marciapiede e quello strato umidiccio rischia di farti fare una bella scivolata). Comunque sia, siamo arrivati alla metro sani e salvi, anche se con un certo dolore di milza (correre dopo aver mangiato non è il massimo). Siamo quindi scesi giù e con grande botta di cuore come direbbe mio zio Gino è arrivata subito la metro, senza doverla aspettare. Dentro di me pensavo ("Chissà forse riusciamo ad arrivare giusto in tempo per vederci scappare il treno sotto gli occhi"). Arriviamo a Sants (dopo appena due fermate) e ricomincia la corsa, in mezzo a un sacco di gente travestita che pure andava a Sitges. Una volta entrati in stazione, mi dirigo alle macchinette per fare il biglietto di andata e ritorno. Non c'è nessuno (e dentro di me penso "Forse riusciamo a prenderlo il treno"). Faccio il biglietto per tutti e tre e dò ad ognuno il proprio. Di nuovo corriamo e arriviamo finalmente ai tornelli, l'ultimo ostacolo prima di avere accesso ai binari. Sono aperti. "Cazzo" penso "Mi sa che stanotte è gratuito". Passiamo e arriviamo giusto nel momento in cui sta per partire il treno per Sitges. Saliamo, troviamo posto e finalmente ci riposiamo un po'. Il viaggio da Barcellona a Sitges dura circa 30 minuti. Sul convoglio si vede gente di tutti i tipi, chi è mascherato da se stesso (ce ne sono diversi), chi da farfalla (mado' quante farfalle ho visto sabato, ma che va di moda il vestito da farfalla??), chi da ubriacone (ah no quello non è un vestito), chi da pulce, chi da morte, chi da prostituta (ah no, manco quello è un vestito... ehhee)...
Ogni tanto qualcuno alza la voce e qualche bottiglia cade per terra spargendo del vino qua e là...
Puntuali come un reloj (orologio in spagnolo) svizzero alle 23:15 stiamo a Sitges. Uscendo dalla stazione, la polizia fa dei controlli, controlla soprattutto che la gente non abbia con sé bottiglie di vetro (altri controlli non ne fanno, anche perché forse molta gente sarebbe rimasta in stazione). L'odore della maria è una costante nelle vie delle città catalane, e vabbe'! Appena usciti (nel frattempo ho messo il piede su una pozza e l'acqua comincia poco a poco a risalire il pantalone), vediamo un gruppo di puffi (pitufos in spagnolo) che si è riunito in un locale in al lato della stazione. Sono stupendi, un vestito semplice eppure ben fatto. Ci dicono che l'hanno preparato loro e che gli è costato davvero poco. Facciamo le solite foto stile giapponesi (Marta vuole fotografare tutti), e riprendiamo la via verso la Calle del Pecado. Non faccio la traduzione perché sarebbe patetico, visto che in italiano si capisce. La Calle del Pecado, in una città gay-friendly, suona come a dire Via Somoda. Mi aspettavo chissà quali cose, e invece onestamente mi è sembrata una via normalissima però con un sacco di gente, quello si. C'erano ovviamente i locali per gay dove ci si va anche se non se gay (e caratterizzati dalla bandiera con l'arcobaleno), e una serie di altri locali più generici: quello che è chiaro è che in quella via non esiste manco una panetteria o un negozio di abbigliamento, solo ci sono bar, pubs, discos... Con un volume della musica da morire. Dentro di me pensavo a quei poveracci che vivono li', che nei giorni di Carnevale devono probabilmente affittarsi una casa da un'altra parte se non vogliono perdere l'udito o la pazienza... Nle frattempo era ripresa la pioggia, e ci siamo quindi messi in un locale, il Coco loco o un nome cosi', non ricordo. Dentro faceva un caldo insopportabile, abbiamo ballato (o ci siamo spinti vicendevolemente) per circa una mezz'ora (dovevamo aspettare delle amiche di Marta che ancora stavano a Barcellona), poi, stanchi di tutto quel caldo, siamo usciti per prendere una boccata d'aria. Se, prima di entrare nel locale, nella strada ancora si poteva vedere qualche pezzo libero di asfalto, ora, usciti e trascorsa quindi una buona mezz'ora, non c'era più un centimetro quadrato di terreno libero sotto i nostri piedi. La calca era insopportabile. Siamo entrati in un altro locale, e grazie a Dio c'era meno gente che nell'altro e soprattutto aveva dei bocchettoni d'aria che ti permettevano di respirare nonostante la gente. Li' abbiamo conosciuto degli italiani, dei pugliesi per la precisione. Gente simpatica. Abbiamo anche in questo caso ballato un po' (per un'ora almeno direi) e mi sono fatto anche una birretta, visto che la gola cominciava a seccarsi per il caldo. Ballando poi un tizio mi ha allegramente palpato il cuore ehehe Ho fatto finta di nulla e mi sono allontanato. E' chiaro che quando si è un cosi' bel ragazzo attiri gente di tutti i sessi eheheh ;-) Siamo quindi usciti e tornati al locale di prima dove c'erano ad aspettarci le amiche di Marta che nel frattempo erano arrivate a Sitges. Di nuovo il calore lì dentro era insopportabile che dopo pochi minuti abbiamo detto "Via, fuori da qui!". Solo che tra il dire e il fare c'è di mezzo il mare... E uscire da quel locale è stata una vera e propria impresa, tanto che mi ci stavo sentendo male. La gente spingeva, faceva caldo, c'era la musica superforte... Vi giuro, stavo per svenire, mi sono allora avvicinato al bancone dove facevano i cocktails, per chiedere alla ragazza se mi faceva passare un momento dalla sua parte visto che mi stavo sentendo male e la hija de puta mi ha detto di no, che non poteva... Spero che la zoccola si ritrovi un giorno nella stessa situazione e che qualche stronzo le dica di no, lo spero davvero perché me l'ha detto con un fare così cattivo che l'avrei ammazzata con una rivoltellata in quel preciso momento. Figlia di mignotta!!!! A punto di svenire, ho comunque preso tutte le forze che avevo dentro di me per scappare da quel locale. Uscito da lì (nel frattempo era appena entrato un coglione che spingeva a più non posso probabilmente sotto gli effetti di qualche droga), ho cercato l'aria fresca e frizzantina della via... Mi sono voltato per vedere dove fossero Marta e Mark, ma probabilmente durante il mio malore dovevano avermi superato e li' in mezzo alla folla non li vedevo. Mi sono messo su una via laterale dove c'era finalmente poca gente. Tremavo, mi ero preso un bello spavento, ricordando una cosa simile che mi era successa a Capodanno del 2000 a Piazza del Popolo quando la folla impazzita mi stava impedendo di respirare nel vero senso della parola. Avevo allora i polmoni compressi e pur respirando non giungeva aria ai polmoni, è una brutta sensazione perché non sai proprio che cavolo fare e sai che se la cosa continua di lì a poco perderai i sensi e cadrai per terra e allora sì che saranno cazzi, con 200.000 persone che hai intorno. E' tipo l'affogamento credo... Ho quindi fatto due passi nelle vie laterali, dove ci fosse poca gente, per riprendermi. Cammina cammina, sono arrivato alla stazione. C'era lì un sacco di gente aspettando. Ho allora chiesto se ci fosse un qualche servizio speciale di treni per Barcellona. Mi dicono di sì e mi metto allora in fila. Mando un messaggio a Mark dicendogli che me ne torno a Barcellona, che non torno in mezzo a tutto quel caos... Alle 3:40 arriva il treno, alle 4:30 sto a casa. La mia giornata carnevalizia si conclude così... Bella esperienza (andava visto il Carnevale di Sitges) però 'na cifra de genteeeeee!!! Troppa per i miei gusti !! Non sono asociale, però caspita c'è un limite a tutto, è bello stare in mezzo alla gente non nella calca... Vabbé, per oggi è tutto, vado a lavorare un po' sulle mie pagine web. Tra qualche giorno lancerò un sito nuovo sui video, vedrete vedrete... :-) Ciaooooooooooo
lunedì 4 febbraio 2008
Carnevale di Sitges
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